La Fondazione Aiace ringrazia tutti i 21 partecipanti del Premio Aiace 2021 e la Commissione Scientifica per il lavoro di valutazione svolto.
Di seguito il dettaglio del risultato del Premio e la graduatoria completa.
Dott. ssa Valentina Fragliasso – Vincitrice
Tumori rari
Azienda USL – IRCCS di Reggio Emilia
The novel lncRNA BlackMamba controls the neoplastic phenotype of ALK− anaplastic large cell lymphoma by regulating the DNA helicase HELLS
Sebbene negli ultimi anni la ricerca scientifica abbia compiuto notevoli passi avanti nella definizione dei meccanismi alla base dell’insorgenza dei tumori, alcune entità rimangono ancora poco caratterizzate impattando negativamente sullo sviluppo di terapie adeguate per i pazienti che ne soffrono. E’ il caso del linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL) con sottotipo ALK–, un tipo di linfoma non Hodgkin che colpisce i linfociti T per cui non sono ancora stati del tutto compresi i meccanismi che portano alla sua insorgenza e al suo sviluppo. L’ ALK– ALCL è un linfoma raro, ma estremamente complesso ed aggressivo, associato ad una prognosi infausta. Le terapie attualmente disponibili sono limitate all’uso dei tradizionali regimi chemioterapici con una bassa e variabile percentuale di successo.
Con l’obiettivo di analizzare il contributo del genoma non codificante, che rappresenta il 98% del nostro genoma, abbiamo utilizzato le più moderne tecniche di sequenziamento analizzando un set di pazienti affetti da ALCL. Questo ci ha permesso di identificare un nuovo RNA non codificante, il long non coding RNA BlackMamba che risulta essere iper-espresso nei dei linfociti T neoplastici dei pazienti ALK–ALCL. Avvalendoci di diverse tecniche di biologia molecolare, abbiamo scoperto che BlackMamba regola precisi programmi trascrizionali dei linfociti neoplastici attraverso la DNA-elicasi HELLS, rivelando così un nuovo meccanismo alla base di questo tipo di linfoma. Il legame tra BlackMamba ed HELLS ci ha permesso anche di capire che, come accade per altri tipi di tumori, la relazione disfunzionale tra genoma codificante e non codificante è uno dei meccanismi che contribuiscono all’insorgenza di questo linfoma. Inoltre, l’identificazione di HELLS come nuova vulnerabilità apre la strada all’implementazione di programmi di sviluppo per nuovi trattamenti antitumorali per le neoplasie ematologiche.
Dott. ssa Carlotta Mainini – Menzione
Tumori maligni insorgenti prevalentemente in età pediatrica
AUSL – IRCCS di Reggio Emilia
PUREAIR protocol: randomized controlled trial of intensive pulmonary rehabilitation versus standard care in patients undergoing surgical resection for lung cancer
Lo studio PuReAIR ha l’obiettivo di valutare l’efficacia della Riabilitazione Respiratoria (RR) pre e post-operatoria nei pazienti operati di tumore polmonare. Le evidenze presenti in letteratura sono scarse in quantità e qualità, ma alcuni studi e le linee guida sostengono l’efficacia della RR sia in fase pre che post-operatoria.
Lo studio ha arruolato 140 pazienti, divisi casualmente in due gruppi: 70 nel gruppo sperimentale e 70 in quello di controllo. I pazienti nel gruppo di controllo effettuavano la standard care, che prevedeva una sola seduta educativa pre-operatoria dove venivano illustrati gli esercizi respiratori da effettuare dopo l’intervento e dove si consigliava di mantenere uno stile di vita attivo. Il fisioterapista seguiva comunque il paziente nei giorni di degenza postoperatori.
I pazienti del gruppo sperimentale, oltre alla fisioterapia in degenza, eseguivano la RR che prevedeva 6 sedute ambulatoriali preoperatorie e 15 postoperatorie, entrambe associate a sessioni domiciliari. La RR comprendeva esercizi aerobici, esercizi respiratori ed esercizi di rinforzo muscolare oltre all’educazione proposta nella standard care.
I risultati ottenuti da questa ricerca sottolineano l’importanza di effettuare la RR sia in fase pre che in fase post-operatoria. Il gruppo trattato con RR non solo ha ottenuto risultati migliori nella resistenza all’esercizio fisico rispetto al gruppo di controllo a sei mesi dall’intervento, ma addirittura ottiene livelli di performance fisica superiori a quelli precedenti l’intervento chirurgico e una minore incidenza di complicanze respiratorie.
Dott.ssa Martina Di Modica – Menzione
Tumori maligni della mammella
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano; Università degli Studi Milano; Università degli Studi Palermo; FIRC Institute of Molecular Oncology (Milano); ICS Maugeri IRCCS (Pavia)
Gut Microbiota Condition the Therapeutic Efficacy of Trastuzumab in HER2-Positive Breast Cancer
Il recettore HER2 è overespresso in circa il 15-20% dei tumori al seno e trastuzumab, un anticorpo monoclonale che si lega specificatamente a questo recettore, rappresenta il trattamento d’elezione per i tumori HER2-positivi. L’uso di trastuzumab in clinica ha notevolmente migliorato la prognosi delle pazienti, tuttavia la sua efficacia non è per tutte uguale, e solo il 50% di esse ne trae un reale beneficio. Da qui la necessità di comprendere meglio i meccanismi di azione di questo anticorpo e le caratteristiche delle pazienti associate ad una maggiore efficacia trattamento.
Trastuzumab, non solo inibisce la segnalazione intracellulare del recettore HER2, ma favorisce anche il reclutamento delle cellule immuni nel microambiente tumorale e la loro attivazione contro il tumore stesso. Studi recenti hanno dimostrano come la flora batterica intestinale (microbiota) influenzi l’efficacia delle terapie antitumorali che agiscono anche attraverso la stimolazione di una risposta immune contro il tumore. Lo scopo del nostro progetto è stato quello di definire se il microbiota avesse un effetto sull’efficacia di trastuzumab influenzando la sua attività immuno-mediata.
I risultati ottenuti nei modelli preclinici mostrano che alterando con gli antibiotici l’omeostasi intestinale, diminuisce l’efficacia di trastuzumab a causa di una minor capacità delle cellule immuni di mediare l’azione citotossica dell’anticorpo. Inoltre, nelle pazienti con tumore al seno HER2-positivo abbiamo osservato una differenza nella composizione batterica del microbiota fecale tra chi beneficia totalmente del trattamento neoadjuvante contenente trastuzumab, rispetto a chi presenta un residuo di malattia a fine trattamento. L’esistenza di una correlazione tra la composizione del microbiota e l’infiltrato immune nel tumore delle pazienti, evidenzia ulteriormente il nesso tra le proprietà immunoregolatorie dei batteri intestinali e l’efficacia terapeutica di trastuzumab.
Questa ricerca mostra che il microbiota intestinale, insieme alle caratteristiche molecolari del tumore, potrebbe rappresentare un nuovo biomarcatore per discriminare le pazienti più, o meno, sensibili al trattamento con trastuzumab. Inoltre, offre il razionale scientifico per nuovi studi basati sulla modificazione del microbiota mediante l’utilizzo di pre-/probiotici, opportunamente selezionati, o diete specifiche, come strategia per aumentare la risposta alla terapia nelle donne con tumore al seno HER2-positivo.
Dott.ssa Eleonora Bruno – Menzione
Tumori maligni della mammella
Dipartimento di Ricerca, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
A Mediterranean Dietary Intervention in Female Carriers of BRCA Mutations: Results from an Italian Prospective Randomized Controlled Trial.
Le donne con mutazione dei geni BRCA1/2 nel corso della loro vita hanno un rischio molto alto di sviluppare un cancro al seno e/o alle ovaie.
Oggi sappiamo che il peso corporeo, il fattore di crescita insulino-simile di tipo I (IGF-I), l’insulina ed altri fattori legati allo “stile di vita” possono influenzare questo rischio.
Noi abbiamo condotto un intervento di dieta mediterranea con una moderata restrizione proteica proprio per ridurre questi fattori.
I risultati del nostro studio, che rappresenta oggi il più grande studio di dieta Europeo nelle donne con mutazioni BRCA, sono incoraggianti e dimostrano che un intervento dietetico è fattibile ed è efficace nel ridurre i principali fattori metabolici di rischio aprendo le strade per nuove opzioni di prevenzione.
Dott.ssa Giorgia Simonetti – Menzione
Tumori maligni del tessuto linfatico ed emopoietico
IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) “Dino Amadori”
Integrated genomic- metabolic classification of acute myeloid leukemia defines a subgroup with NPM1 and cohesin/DNA damage mutation
Il metabolismo cellulare è un bersaglio terapeutico promettente nella leucemia acuta mieloide (LAM), tuttavia le sensibilità di sottogruppi di malattia sono in gran parte inesplorate. Lo studio si propone di classificare i pazienti LAM in base al profilo metabolico e di mappare connessioni con il loro profilo genomico. L’analisi metabolica combinata di siero e urine migliora la caratterizzazione della malattia rispetto ai singoli fluidi. L’integrazione della metabolomica su cellule e biofluidi ha rivelato alterazioni nel metabolismo di poliammine, purine, corpi chetonici ed acidi grassi polinsaturi e nel ciclo di Krebs. I profili metabolici intracellulari e su siero hanno distinto 3 gruppi di LAM, geneticamente diversi. Inoltre, all’interno di uno di questi gruppi hanno ulteriormente definito 2 sottogruppi. Uno di essi è arricchito per mutazioni nei geni che regolano la trasmissione del patrimonio genetico e il riparo al danno al DNA e ha mostrato alti livelli sierici di colina+trimetilammina-N-ossido e leucina, un numero più elevato di mutazioni, espressione genica indicativa di un ridotto stato infiammatorio e una diversa risposta delle cellule ai farmaci. Simulando le perturbazioni metaboliche dovute ai diversi livelli di espressione di geni che regolano il metabolismo sono state evidenziate alterazioni nel metabolismo del NAD e delle purine in questo sottogruppo di LAM che suggeriscono potenziali punti deboli della leucemia da esplorare terapeuticamente.
Dott.ssa Martina Morini – Menzione
Tumori maligni insorgenti prevalentemente in età pediatrica
IRCCS Istituto Giannina Gaslini
Exosomal microRNAs from Longitudinal Liquid Biopsies for the Prediction of Response to Induction Chemotherapy in High-Risk Neuroblastoma Patients: A Proof of Concept SIOPEN Study
Il neuroblastoma è il tumore solido più comune in età pediatrica. Più del 50% dei pazienti esordisce con una malattia ad alto rischio, caratterizzata dalla presenza di metastasi e da una prognosi sfavorevole, nonostante l’intenso trattamento terapeutico.
La nostra ricerca si basa sull’identificazione di marcatori molecolari che predicano l’efficacia del trattamento all’interno degli esosomi, vescicole circolanti il cui contenuto riflette le caratteristiche delle cellule tumorali di origine. Gli esosomi contengono microRNA, piccoli frammenti di RNA che regolano l’espressione dei geni. Poiché la quantità e il tipo di microRNA presenti negli esosomi può variare in caso di malattia, un semplice prelievo di sangue diventa uno strumento non invasivo per studiare e monitorare l’evoluzione e la risposta al trattamento del neuroblastoma.
Oltre ad aver dimostrato la presenza di esosomi di origine tumorale nel plasma dei pazienti, abbiamo identificato tre microRNA esosomiali (let-7b, miR-342 e miR-29c) che funzionano come marcatori di resistenza al trattamento, in quanto la loro espressione è risultata ridotta in pazienti che non hanno riportato una adeguata risposta alla chemioterapia. Inoltre, sulla base dell’espressione dei microRNA esosomiali, abbiamo elaborato un indice di chemioresistenza che può essere calcolato per ogni singolo paziente e ne fornisce indicazioni sulla sensibilità nei confronti dei chemioterapici utilizzati per il trattamento del neuroblastoma. Questo parametro innovativo consente di definire un profilo di sensibilità/resistenza ai farmaci per ogni paziente, permettendo di adottare una combinazione di chemioterapici volta ad ottenere la risposta ottimale, limitando gli effetti collaterali di farmaci che risulterebbero inefficaci. Il nostro studio ha mostrato il potenziale dell’applicazione clinica della valutazione dei microRNA esosomiali per elaborare protocolli terapeutici su misura per i piccoli pazienti con neuroblastoma ad alto rischio.