La Fondazione Aiace ringrazia tutti i 15 partecipanti del Premio Aiace 2024 e la Commissione Scientifica per il lavoro di valutazione svolto.
Di seguito il dettaglio del risultato del Premio e la graduatoria completa.
Dott. Vincenzo Quagliariello – Vincitore

Tumori maligni del polmone
Istituto Nazionale Tumori – IRCCS – Fondazione G. Pascale
Fasting mimicking diet in mice delays cancer
growth and reduces immunotherapy-associated
cardiovascular and systemic side effects
La ricerca ha dimostrato, per la prima volta, che la dieta mima digiuno (Fasting mimicking diet, FMD) è capace di aumentare l’attività antitumorale degli immune checkpoint inhibitors e di ridurne la cardiotossicità. Gli inibitori dei checkpoint immunitari stanno rivoluzionando la terapia oncologica internazionale, con effetti significativi su diversi tipi di tumore. Tuttavia, essi causano effetti collaterali che vanno dai disturbi endocrini autoimmuni ad un aumento del rischio di aterosclerosi ad una, seppur rara, grave cardiotossicità (miocardite). Uno degli eventi avversi più gravi è la miocardite immuno-mediata, una condizione infiammatoria del miocardio associata all’attivazione aberrante delle cellule T autoreattive. Come riportato precedentemente, sebbene relativamente rara, la miocardite ha un’elevata mortalità e può manifestarsi precocemente durante il trattamento con ICI. A livello istopatologico, è caratterizzata da infiltrazione linfocitaria CD3⁺/CD8⁺, fibrosi miocardica, necrosi e alterazioni della funzione cardiaca. Parallelamente, una percentuale rilevante di pazienti oncologici sviluppa resistenza primaria o acquisita all’immunoterapia, legata a diversi meccanismi ( molti ancora poco conosciuti) , tra cui alterazioni metaboliche nel microambiente tumorale, esaurimento o ridotta captazione delle cellule T, aumento delle cellule immunosoppressive (Treg, MDSC) e ridotta presentazione dell’antigene ( riduzione dell’espressione dell’MHC-I sui tumori).
Negli ultimi anni, evidenze precliniche suggeriscono che il digiuno e le diete che simulano il digiuno (Fasting Mimicking Diet, FMD) possano modulare il metabolismo tumorale, ridurre l’immunosoppressione e migliorare la funzione delle cellule T citotossiche. Inoltre, il digiuno sembra esercitare un’azione protettiva nei confronti dei tessuti sani, in parte attraverso l’inibizione del mTOR, la riduzione dell’IGF-1 e l’attivazione di segnali citoprotettivi. La dieta mima digiuno sta emergendo come promettente potenziatore di un’ampia gamma di terapie contro il cancro, inclusa l’immunoterapia.
In questo studio, la dieta mima digiuno è capace di aumentare significativamente l’attività antitumorale dell’immunoterapia (terapie associative anti-PD-1/anti-CTLA-4 e anti-OX40/anti-PD-L1) in modelli di melanoma e del cancro al polmone. Inoltre, per la prima volta, abbiamo evidenziato i principali meccanismi alla base di questi effetti, che coinvolgono due pathway importanti in oncologia, chiamati NLRP3 e il MyD-88. Ancora più importante, la dieta mima digiuno è capace di ridurre la fibrosi, la necrosi e l’ipertrofia cardiaca causate dagli inibitori dei checkpoint immunitari. Inoltre, la dieta mima digiuno è capace di ridurre la miocardite (causata dall’accumulo nel tessuto cardiaco di linfociti CD3+ e CD8+) e l’infiammazione cardiaca e sistemica. Questi risultati preliminari sono di grande importanza perché chiariscono alcuni meccanismi alla base dell’immuno-tolleranza periferica nel cancro e aspetti metabolici chiave come lo stress glucidico, l’iperinsulinemia e alcune chemochine che possono essere modulati dalla dieta mima-digiuno. L’insieme di questi dati fornisce una evidenza scientifica in più per lo sviluppo di strategie non farmacologiche come una nutrizione personalizzata ed il digiuno, che possono essere utili ai pazienti oncologici.
Dott. ssa Francesca Reggiani – Menzione

Tumori maligni del polmone
Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia
BET inhibitors drive Natural Killer activation in
non-small cell lung cancer via BRD4 and SMAD3
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule è una delle forme di tumore al polmone più frequenti ed in cui l’immunoterapia, ovvero la stimolazione del sistema immunitario del paziente contro il tumore, ha avuto maggior successo nel migliorarne l’aspettativa di vita. Eppure, non tutti i pazienti rispondono in modo completo, rendendo necessario lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l’utilizzo di farmaci epigenetici inibitori delle proteine BET per stimolare il sistema immunitario dei pazienti verso il tumore. I risultati, ottenuti in modelli tumorali 3D derivanti dai pazienti ed in modelli murini, hanno dimostrato che questi farmaci attivano la risposta immunitaria verso il carcinoma polmonare, stimolando una particolare sottopopolazione, le cellule Natural Killer (NK). Queste ultime, a seguito del trattamento farmacologico, sono in grado di riconoscere in modo più efficace il tumore ed indurne la morte. L’effetto è causato dalla diminuzione di alcune proteine sulla membrana cellulare, dette checkpoint immunitari, che sono anche i bersagli dell’immunoterapia. Il meccanismo molecolare è stato caratterizzato per la prima volta nello studio, dimostrando che l’espressione dei checkpoint immunitari è regolata dai farmaci epigenetici che impediscono la cooperazione tra il fattore di trascrizione SMAD3 e la proteina BET BRD4 a livello nucleare. Concludendo, lo studio supporta l’utilizzo e il riposizionamento dei farmaci epigenetici in combinazione con l’immunoterapia, aprendo la strada a nuove opportunità terapeutiche nel carcinoma polmonare e nelle terapie cellulari che utilizzano le cellule immunitarie NK.
Dott. Selene Mallia – Menzione

Tumori rari
Laboratorio di Ricerca Traslazionale presso Azienda
USL-IRCCS di Reggio Emilia
HELLS regulates transcription in T-cell
lymphomas by reducing unscheduled R-loops
and by facilitating RNAPII progression
l linfoma anaplastico a grandi cellule T con sottotipo ALK-negativo (ALCL ALK-) è un tumore raro e particolarmente aggressivo. Questa neoplasia si presenta come eterogenea e mancano ancora trattamenti specifici e mirati. Inoltre, le terapie convenzionali disponibili risultano spesso inefficaci, determinando una prognosi infausta per molti pazienti.
Le cause dell’insorgenza di questa malattia non sono ancora del tutto chiare, e questo rende difficile trovare nuove cure.
Nel nostro laboratorio abbiamo scoperto che una proteina chiamata HELLS, una proteina che rimodella il DNA, è un regolatore cruciale per la sopravvivenza dei linfociti tumorali e potrebbe rappresentare un punto debole da colpire con nuovi farmaci.
Lo scopo del nostro progetto è stato quello di comprendere nel dettaglio i meccanismi molecolari con cui HELLS regola l’espressione genica per assicurare la sopravvivenza delle cellule di linfoma.
Abbiamo, quindi, utilizzato diversi approcci omici su linee cellulari di linfoma anaplastico per identificare la “firma molecolare” di HELLS, ovvero i target e i programmi genetici che è in grado di regolare. Abbiamo inoltre confermato l’impatto clinico di HELLS e dei suoi target in una coorte retrospettiva di 44 pazienti affetti da linfoma anaplastico (19 con sottotipo ALK-negativo).
Questi risultati e altri saggi funzionali ci hanno permesso di identificare in modo inedito una duplice azione di questa proteina.
Da un lato, HELLS regola i geni legati alla risposta immunitaria, intervenendo quindi nell’interazione tra le cellule tumorali e il microambiente circostante. Dall’altro, favorisce l’espressione di geni che promuovono la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule tumorali, preservando la stabilità del loro DNA.
Inoltre, abbiamo osservato che silenziare HELLS rende le cellule tumorali molto più sensibili alla chemioterapia, anche a dosi più basse.
Questo promettente risultato suggerisce che, in futuro, combinare farmaci che bloccano l’attività di HELLS con le terapie attuali potrebbe rendere più efficace il trattamento, riducendo le recidive e migliorando la sopravvivenza dei pazienti.
Dott.ssa Martina Sarchi – Menzione

Tumori maligni del tessuto linfatico ed emopoietico
Università di Pavia
Mis-splicing of Mitotic Regulators Sensitizes
SF3B1-Mutated Human HSCs to CHK1 Inhibition
Le neoplasie mieloidi sono tumori ematologici causati da alterazioni genetiche acquisite dalle cellule staminali ematopoietiche. Tra le anomalie genetiche più frequenti vi sono le mutazioni del gene SF3B1, che definiscono una entità diagnostica distinta. Tuttavia, il ruolo di queste mutazioni nelle cellule staminali non è ancora pienamente compreso, a causa della mancanza di adeguati modelli sperimentali, ostacolando lo sviluppo di terapie mirate.
Per superare questo limite, abbiamo sviluppato un nuovo modello sperimentale basato sull’editing genetico, introducendo mutazioni di SF3B1 in cellule staminali umane. Questo sistema riproduce fedelmente le alterazioni morfologiche, funzionali e molecolari osservate nei pazienti. La caratterizzazione del modello ha identificato l’alterazione del ciclo cellulare e l’attivazione della proteina CHK1 nelle cellule staminali mutate, rendendole vulnerabili all’inibizione di CHK1. L’inibitore di CHK1 prexasertib, già in sperimentazione clinica per tumori solidi, si è dimostrato efficace e specifico, eradicando selettivamente le cellule staminali con mutazione di SF3B1 sia in vitro sia in vivo.
In sintesi, il lavoro propone un modello innovativo per lo studio delle neoplasie mieloidi e identifica l’inibizione di CHK1 come promettente strategia terapeutica, ponendo le basi per future sperimentazioni cliniche e lo sviluppo di terapie mirate.
Dott. ssa Ilaria Vigliotta – Menzione

Tumori maligni del tessuto linfatico ed emopoietico
IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna
Circulating Multiple Myeloma Cells (CMMCs) as
Prognostic and Predictive Markers in Multiple
Myeloma and Smouldering MM Patients
Nel contesto dei tumori del sangue, negli ultimi anni la biopsia liquida è emersa come un’alternativa promettente all’esame del midollo osseo, poiché è una tecnica minimamente invasiva che consente il monitoraggio seriale della malattia grazie al solo prelievo di sangue periferico. Nel Mieloma Multiplo, un tumore ematologico che colpisce le cellule deputate alla produzione degli anticorpi (chiamate plasmacellule), le plasmacellule maligne si accumulano nel midollo osseo ma si possono rilevare anche nel circolo periferico, prendendo il nome di cellule di Mieloma Multiplo circolanti (CMMC). Nel nostro studio, finanziato da AIRC (IG22059), da Bologna AIL OdV e dal Ministero della Salute (RC-2024-2790092), abbiamo contato e caratterizzato le CMMC presenti nel sangue periferico dei pazienti, utilizzando uno strumento chiamato CELLSEARCH® che è in grado di contare e analizzare le CMMC a livello di singola cellula. Il numero di CMMC è stato poi correlato alla prognosi dei pazienti e il cambiamento nel numero di CMMC è stato misurato in corso di trattamento, per valutarne il ruolo per monitorare le dinamiche della malattia. Nel progetto, oltre a pazienti con Mieloma Multiplo, sono stati anche studiati pazienti con patologia pre-sintomatica, chiamata Mieloma Multiplo Smoldering, dove le CMMC sono state studiate nel corso del tempo fino allo sviluppo dei sintomi del Mieloma Multiplo. Lo studio ci ha permesso di valutare come il rilascio continuo in periferia di CMMC sia correlato con risposte cliniche di bassa qualità e con un decorso sfavorevole della malattia, supportando il ruolo della biopsia liquida per monitorare il decorso clinico dei pazienti ematologici.
Dott. ssa Caterina Cascini – Menzione
tumori maligni insorgenti prevalentemente in età pediatrica
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
Rewiring innate and adaptive immunity with TLR9
agonist to treat osteosarcoma